La storia antica di Exilles non ci ha lasciato particolari testimonianze o reperti. L’area fu colonizzata da popolazioni e tribù celto-liguri, in questa zona designate come Segovii, cui subentrarono i Cozii.
Quando dal II secolo a.C i romani giunsero sulle Alpi occidentali queste popolazioni opposero dapprima una strenua resistenza, poi scelsero la via della collaborazione. A questo periodo risale il toponimo gallo-romano Excingomagus, probabilmente lo stesso identificativo del luogo citato da Strabone e Plinio. Avrebbe significato di “campo degli eroi”, in riferimento a un consueto punto di raccolta di guerrieri, chiamati per la difesa. Dopo la caduta dell’impero Romano, e all’inizio del V secolo d.C., la valle fu attraversata da Visigoti e Ostrogoti, mentre dal VI secolo, quando i Longobardi si attestavano nella bassa valle e nel torinese, i franchi presero possesso degli alti valichi e delle regioni di confine.
Già nel 773 , però, Carlo Magno aggirò le difese longobarde, le cosiddette “chiuse” poste in bassa valle, aprendosi il passaggio verso la conquista delle terre più a est. Tra il IX e il X secolo, Exilles, come tutta la valle, subì le scorribande dei “saraceni”, una massa eterogenea di genti in realtà provenienti dalla penisola iberica, o dal sud dell’Italia, spesso di religione mussulmana, cui si unirono ungari, corsari e comuni briganti. Dall’anno 1070, i conti d’Albon, futuri Delfini di Francia, estesero i loro domini su tutta l’alta valle e fino a Chiomonte, ed Exilles venne così a costituire un punto strategico per contrastare le mire espansionistiche dei Savoia sulle Alpi occidentali. E’ in questo periodo che prendono forma politica gli Escartons del Brianzonese, delle unità territoriali autonome i cui rappresentanti si riunivano per discutere la ripartizione dei tributi e la difesa del territorio. Exilles fece parte dell’Escarton d’Oulx.
Nel 1349 il Delfino, rimasto senza eredi, cedette le sue terre al primo erede del Re di Francia. Nel XVI secolo la valle fu coinvolta nelle guerre di religione tra cattolici e protestanti valdesi (1562-1590), e fu teatro del cosiddetto “Glorioso rimpatrio”. Sotto la guida di Henri Arnaud, gli ultimi esuli valdesi in Svizzera rientrarono in armi nelle loro terre della Val Chisone e Pellice, superando il blocco militare posto da francesi e savoiardi tra Exilles e Oulx.
Le mire espansionistiche di Luigi XIV “Re Sole” verso il Piemonte e la Savoia si concretarono con la Guerra di Successione Franco – Spagnola, ma dopo la disfatta francese sotto le mura di Torino nel 1706, il trattato di Utrecht del 1713 sancì il passaggio dell’alta Valle di Susa ai Savoia. I francesi tentarono ancora di riprendersi quelle terre, ma proprio a Exilles, nella Battaglia dell’Assietta del 1747, gli austro – piemontesi riportarono una schiacciante vittoria.
Dopo la parentesi napoleonica, con l’annessione del Piemonte alla Francia, il comune seguì le sorti del Regno di Sardegna prima e del Regno d’Italia poi, fino alla costituzione della Repubblica Italiana nel 1946.
Pagina aggiornata il 09/08/2024