L’origine si deve al Console di Exilles Pierre Odiard, che nel 1660 la fece edificare come cappella votiva privata, dedicandola a San Rocco e San Sebastiano Martire. Nei primi tempi nell’edificio si radunarono anche i membri della Confraternita dei Penitenti Bianchi, detti i “Batù”. Pierre Odiard lasciò, tramite testamento redatto il 25 maggio del 1669, l’onere e l’obbligo ai figli Jaques Louis e Jean Baptiste di provvedere alla cura dell’edificio e di patrocinare la messa nel giorno della festa di Sant’Anna. Questo impegno non impedì una lenta rovina della cappella, fino a quando non ne venne in possesso nel 1735 Luis Odiard di Simon, che commissionò i lavori di consolidamento.
Fino agli inizi del XX secolo, la cappella restò alla discendenza della famiglia Odiard, tra periodi di oblio e altri di maggiore cura. Dopo il 1911, con la morte di Carlo Odiard, la proprietà passò a un suo nipote: Alessandro Reymond. Ancor oggi la famiglia Reymond si occupa della manutenzione dell’edificio e di far celebrare la messa il 16 agosto, in occasione della festa di San Rocco. La cappella fu eretta probabilmente con pietra derivante dalla demolizione di un edificio più antico, come dimostrano i resti di alcuni bassorilievi precristiani.
Presenta una muratura che raggiunge lo spessore di sessanta centimetri, un tetto di “lose” irregolari sorretto da orditura lignea, e un piccolo campaniletto. La facciata principale, con la porticina di accesso, è scandita da una trave lapidea orizzontale con data di costruzione e tre croci a rappresentazione del Golgota, con alcune iscrizioni. Sotto la trave vi è il segno di un affresco del XX secolo, poi eliminato, mentre al centro si evidenzia una figura antropomorfa nelle fattezze di un viso. Anche la base delle cornici lapidee laterali, mostra bassorilievi ed elementi decorativi del materiale preesistente, così come un bassorilievo con inciso il nome di “Pierre Odiard costruttore”.
Interessante è anche la facciata nord con finestra ad arco strombato e bassorilievi. La finestra è sormontata dal Giglio di Francia, con a lato due delfini simbolo dei Conti d’Albon. La cornice lapidea di sinistra mostra un bassorilievo raffigurante Maria Vergine, Gesù Bambino e Giuseppe con attrezzi di lavoro in spalla, probabilmente scolpiti su un vaso su cui poggia il pane dell’Eucarestia. Sulla cornice destra altri bassorilievi sembrano raffigurare il martirio di San Sebastiano.
Sulla facciata ovest, la cornice lapidea di destra mostra tre raffigurazioni in bassorilievo riferibili a simboli pagani e paleocristiani. Infine la facciata sud, con finestra rettangolare murata un tempo usata come edicola ospitante la statua di San Rocco, trafugata al termine della Seconda guerra mondiale. La cornice di pietra della finestra possiede alcuni bassorilievi, dove spicca la crocifissione a testa in giù di San Pietro. L’interno è con volta unica a crociera e nell’abside vi è l’altare storico sormontato da un dipinto con San Rocco accompagnato da un cane, e San Sebastiano martirizzato. Sui lati vi sono due “penitenti bianchi” nell’atto di pregare la Madonna che mostra a una fanciulla le Sacre Scritture.
Pagina aggiornata il 09/08/2024